Ripresa
La musica unisce, anche se si è lontani. Cantare insieme incolla le anime come il miele le mani. In questo periodo, l’abbiamo vissuto tutto questo attaccamento alla musica, la voglia di non lasciarla spegnere e di far sì che risuonasse di nuovo dal silenzio che ci è piombato addosso.

Ripresa

La musica unisce, anche se si è lontani. Cantare insieme incolla le anime come il miele le mani.

In questo periodo, l’abbiamo vissuto tutto questo attaccamento alla musica, la voglia di non lasciarla spegnere e di far sì che risuonasse di nuovo dal silenzio che ci è piombato addosso.

Il momento di crisi che ci ha scombussolato le vite ci ha posto di fronte a nuove sfide, a scoprirci e riscoprirci. È stato come quando stai lì ad aspettare per entrare ed unirti agli altri, fermo col fiato sospeso, con il piede che batte il tempo impassibile contando i movimenti che ti separano dal tuo momento. E sei pronto a far risuonare gli armonici, ad alzare il palato e gli zigomi, a mettere in pratica anche la più piccola delle nozioni per cui qualcuno ha speso tempo e pazienza, per cui qualcuno ha speso un’intera vita davanti a un pianoforte o a uno spartito.

E quel momento non arriva. Diventa infinito. Dilatato. Plumbeo come il cielo d’inverno. Ma dopo tanta attesa l’occhio ti cade su un rigo vuoto, su un pentagramma diverso e decidi di poggiarci la voce oltre che gli occhi e tutto cambia. Scoprire e adattarsi a un modo nuovo di fare musica. Sì ci manca un pubblico, il calore delle mani che sfregano in un sonoro applauso che ti dice che forse qualcosa di buono lo hai combinato anche questa volta, che tu e chi hai vicino da quel lato della trincea del palcoscenico avete fatto arrivare non solo note ma passione a chi avevate di fronte. Sì ci manca, ma non ci manca la consapevolezza che questo momento ci cambierà per sempre. Abbiamo riscoperto la musica anche nel tintinnio dei bicchieri che si toccano mentre li lavi, nel cigolio di una persiana che si apre, nella portiera di un’ambulanza che si chiude portando di nuovo qualcuno a casa. La musica è cambiata. Cambiata per sempre. Più forte e indispensabile all’anima di quanto non lo sia mai stata. Noi non abbiamo mollato, reinventandoci e trasponendo il nostro lavoro in uno studio più approfondito di quello che già cantavamo col cuore in mano ad ogni concerto. Il web in questo caso ci ha dato l’occasione di sperimentare un modo nuovo di condividere la nostra grande passione facendolo ancora una volta insieme.

E siamo qui in attesa che quelle battute d’aspetto finiscano per cantare di nuovo a pieni polmoni la ripresa che nessuno potrà mai scordare.


La Corale Polifonica di Arsoli

Paolo Di Censi
Il presidente

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